3 Scelte green per il benessere del nostro bebè

In questi mesi, così particolari e strani sono riuscita a leggere molto di più di quanto faccia di solito e sicuramente di più di quello che avrei fatto in condizioni normali. Mesi fa vi ho chiesto consiglio per stilare l’elenco dei libri più interessanti e imperdibili a proposito di gravidanza, bebè e famiglia. È così che ho scoperto libri, riviste e autori che mi hanno fatto compagnia e arricchita in questi mesi di attesa. Tra i libri che hanno maggiormente lasciato il segno nel definire che genitori vogliamo essere, come vogliamo approcciarci e gestire il nostro bebè, ce ne sono 4 in particolare che sento scolpiti nella mia mente, che hanno decisamente cambiato il mio approccio al parto così come al bebè:

  • “Partorire e accudire con dolcezza – La gravidanza, il parto e i primi mesi con tuo figlio, secondo natura” di Sara J. Buckley,
  • “Un dono per tutta la vita – Guida all’allattamento materno” di Carlos Gonzales,
  • “Portare i piccoli – Un modo antico, moderno e comodo per stare insieme” di Esther Weber,
  • “Effetto microbioma – Come la nascita influenza la salute futura” di Toni Harman e Alex Wakeford.

La domanda che mi sono posta per tutti questi mesi è: di cosa ha realmente bisogno un bambino? Sicuramente amore, contatto, latte materno, ma è così che libro dopo libro le idee si sono fatte più chiare e ho scoperto scelte importantissime che a breve mi troverò a compiere insieme al mio partner. È così che abbiamo definito 3 principi con cui accoglieremo il nostro bebè e che con un po’ di fortuna e la sua collaborazione ci permetteranno di prendercene cura al meglio.

Una cosa che mi colpisce molto è che queste 3 piccole scelte non solo sono le migliori per il benessere del bambino ma sono anche quelle con il minore impatto sull’ambiente e sul clima oltre che le più economiche rispetto alle alternative di solito praticate.

Tra i bisogni primari del bebè c’è sicuramente quella di essere nutrito con un alimento perfetto, creato apposta per lui, il latte materno. Più il bambino sarà allattato più sarà forte il suo sistema immunitario e lui crescerà sano e resistente.

Un altro bisogno primario è quello del contatto con i genitori, come illustrato nella Teoria dell’attaccamento di John Bowlby che introduce 4 fasi per la costruzione dell’attaccamento tra bebè e genitori. Nei primi due mesi il neonato ha bisogno di puro contatto,  la sua più grande paura è perdere il contatto fisico ed essere lasciato solo. Si tratta senza dubbio di un retaggio istintivo della nostra natura selvatica quando essere lasciato solo per un neonato poteva significare finire in pasto a qualche bestia feroce.

Tra i tre e i sei mesi c’è invece la fase dell’imprinting in cui si attacca in modo particolare e assoluto alla madre o alla figura che si prende maggiormente cura di lui.

Dal sesto mese ai due anni la figura principale di attaccamento è la base sicura da cui tornare mentre si cominciano ad esplorare quello che c’è attorno. La paura più grande del bambino resta quella della separazione dalla figura di attaccamento. Dopo i due anni il bambino diventa più autonomo e sicuro anche in ambienti e con figure che non siano i genitori e la paura della separazione si allenta.

Se i bisogni del bambino sono così semplici e basilari perché allora i futuri genitori vengono inondati di imput su prodotti assolutamente indispensabili per il benessere del bebè che forse così indispensabili non sono?

A breve sperimenteremo tutto questo con il nostro bebè ma sicuramente al nostro bambino non faremo mancare 3 cose che, oltre a influire sulla sua salute e benessere presente e futura, sono anche le migliori scelte per l’ambiente:

Allattamento

  1. Allattamento esclusivo e a richiesta invece del latte artificiale – Allattare il proprio piccolo è la cosa più naturale che si possa fare, il modo migliore per avere la giusta quantità di latte a disposizione è lasciare il piccolo libero di poppare ogni volta che manifesta fame e non interferire con l’allattamento naturale con sostituti artificiali. Allattare non ha costi ambientali né economici, di certo richiede molto impegno da parte della mamma e senza dubbio può essere stancante e in alcuni casi doloroso, per questo motivo è particolarmente importante avviarlo al meglio fin dai primi istanti di vita del bimbo, chiedendo aiuto a professionisti nei primi giorni/settimane fino a quando non vi saranno più problemi e il bambino avrà imparato ad attaccarsi bene. La lega del latte ad esempio è a disposizione per supportare le mamme nell’allattamento.

  1. Cosleeping invece di camere separate – Molti di noi sono stati cresciuti con la teoria secondo cui un bambino che dormiva in camera con i genitori era un bambino viziato, oggi invece una maggiore comprensione dei reali bisogni del bambino ci porta verso un maggiore contatto e vicinanza anche di notte. Anche in questo caso, dormire nella stessa stanza con il proprio bebè può sembrare più impegnativo per i genitori, ma in realtà poter captare per tempo i segnali di fame del bambino e soddisfare la sua esigenza di contatto permette di ridurre tutto lo stress legato a dover gestire un bimbo disperato, che piange e che è difficile da consolare. Nel nostro caso, per poter ospitare il nostro bebè in camera da letto abbiamo costruito una culla in legno che si attacca al nostro letto. In questo modo il bebè dormirà al mio fianco e sarà più facile e veloce poterne soddisfare i bisogni anche di notte. La culla fai da te è semplice ed economica da realizzare ed è veramente alla portata di tutte le tasche.

baby wearing

  1. Babywearing invece di passeggino e sdraiette – Il babywearing, letteralmente “portare il bebè”, è l’arte di utilizzo di supporti come fasce e marsupi per tenere a contatto con il proprio corpo il bebè, soddisfarne il bisogno di rassicurazione e contatto e allo stesso tempo usare questo strumento come mezzo di trasporto. Più il bebè starà a contatto con i genitori e più saranno soddisfatti i suoi bisogni essenziali. Il portare va fatto idealmente più ore possibile al giorno, non solo quando si esce in alternativa al passeggino ma anche in casa mentre si svolgono normali attività. L’ideale è anche alternarsi tra mamma e papà in modo che entrambi si sentano a proprio agio portando il piccolo. Unica eccezione al portare è quando si sale in auto dove è fondamentale per la sicurezza utilizzare un seggiolino per auto omologato e con dispositivo antiabbandono.

 

Come genitori abbiamo ancora tutto da imparare, non fateci mancare il vostro supporto e i vostri consigli perché la nostra nuova avventura come famiglia sta per cominciare.

Lisa