CARE’S: come dare il nostro contributo a 5 grandi sfide per il pianeta

Care’s è tante cose, un congresso che quest’anno ha riunito più di 20 esperti internazionali di sostenibilità ambientale, un’occasione di scambio e sensibilizzazione su questi temi, il tutto in un contesto bellissimo tra le montagne innevate dell’Alta Badia. Questa è la terza edizione invernale di Care’s , un progetto di Paolo Ferretti, fondatore dell’Agenzia di Comunicazione HMC e di Norbert Niederkofler, Chef 3 stelle michelin del St. Hubertus. Come conduttrice e moderatrice sul palco di Care’s, ho potuto conversare da vicino con esperti e portare il confronto su temi che mi stanno particolarmente a cuore come il passaggio a tecniche di produzione a minore impatto ambientale, gestione sostenibile delle risorse, riduzione dei rifiuti e soprattutto rispondere alla domanda:

Come sfamarci tutti in modo sostenibile?

Sono 3 le cose che dobbiamo assolutamente fare:

  1. Convertire più coltivazioni possibile al biologico, in modo da rispettare i cicli naturali, proteggere la naturale fertilità della terra e ricorrere a minore utilizzo di pesticidi e nitrati di sintesi in agricoltura. Ma se non vogliamo aumentare del 60% le terre coltivate dobbiamo mettere in atto anche altre due azioni concrete.

 

  1. Dimezzare gli sprechi alimentari, oggi sono 1/3 del cibo prodotto ma dobbiamo impegnarci maggiormente ad aumentare la quantità del cibo recuperato e diminuire la quantità che diventa rifiuto, alimentando discariche e producendo metano che se disperso contribuisce ai cambiamenti climatici essendo un potente gas serra. In Italia grazie alla Legge Gadda è più facile recuperare e ridistribuire le eccedenze.

 

  1. Dimezzare la quantità di terreni destinata alla produzione di mangimi animali, per farlo è necessario ridurre gli animali allevati e quindi la domanda globale di carne e altri prodotti animali. Ridurre il numero di capi allevati, soprattuto bovini, darebbe anche importati risultati nella lotta ai cambiamenti climatici.

Per saperne di più vi consiglio la lettura di questa interessante ricerca pubblicata su Nature Communications: “Strategies for feeding the world more sustainably with organic agriculture”

Lisa