Acquistare una bottiglietta d’acqua, un nuovo shampo, un pasto take away, il detersivo liquido per la lavatrice, una confezione di dolci: quante volte avete scelto un prodotto per l’imballaggio e non per il contenuto? Certo il brand e l’estetica fanno la loro parte nelle scelte d’acquisto, ma è il contenuto il motivo per cui abbiamo comprato quel prodotto. La funzione dell’imballaggio per quanto bello a accattivante si esaurisce una volta che il prodotto è terminato, diventando un rifiuto da smaltire, bruciare o riciclare.
Un buon proposito per il 2019 che tutti dovremmo prendere in considerazione è quello di ridurre, se non azzerare, l’utilizzo di plastica monouso e più in generale di prodotti e imballaggi usa e getta. Non è un proposito così semplice da realizzare, visto che la maggior parte dei prodotti che consumiamo ogni giorno ha un imballaggio monouso e che le nostre abitudini di consumo prevedono in genere una grande quantità di prodotti usa e getta.
Pensate ad esempio allo scaffale di prodotti per la cura della persona al supermercato: ognuno di quei contenitori di shampo, docciaschiuma, sapone per le mani, creme, dopo l’uso diventerà un rifiuto e solo una parte di questi sarà effettivamente riciclata per realizzare nuovi contenitori.
Una missione non semplice ma nemmeno impossibile. In attesa che la nuova “Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente” entri in vigore e con essa importanti obiettivi di riduzione se non eliminazione di prodotti monouso, è importante che ognuno di noi faccia la propria parte per ridurne il consumo e l’impatto sull’ambiente.
La produzione mondiale di plastica è drasticamente aumentata e nel 2017 ha raggiunto i 348 milioni di tonnellate, 150 milioni di tonnellate è la quantità di plastica oggi dispersa negli oceani e che potrebbe arrivare a 34 miliardi di tonnellate nel 2050 se non cambieranno radicalmente produzione e abitudini di consumo.
Anche se sono molto attenta alla sostenibilità ambientale e a fare acquisti green, nella mia casa c’è ancora tanta plastica da imballaggio.
Per questo motivo ho deciso di impegnarmi di più e iniziare l’anno con una nuova missione, quella di ridurre progressivamente la plastica usa e getta. Come?
1- Quanto è grande il problema– Quanta plastica usa e getta avete in casa? Per prima cosa bisogna capire la dimensione del problema ovvero quanto le proprie abitudini di acquisto prevedono plastica usa e getta e soprattutto quanto si dipenda da questi prodotti. Per cominciare fate quindi un inventario di tutta la plastica monouso che avete in casa o che usate abitualmente (ad esempio per il pranzo a domicilio).
Nel mio caso il problema è concentrato su tre categorie, su cui c’è un po’ da lavorare:
- Detersivi e detergenti per la casa – Ne ho 21 pezzi tra detersivi, sgrassatore, smacchiatore, ammorbidente,
- Prodotti per la cura della persona – Questa è la vera nota dolente perché si tratta di 160 contenitori di vario genere tra Shampo, Docciaschiuma, Balsamo, Dentifricio, Olio Capelli, Creme viso e corpo, Cosmetici (fard, cipria, ombretti, terra, rossetti), Sapone liquido, Struccante e altri. Ho così tante scorte di questi prodotti che ho tempo sufficiente per testare un po’ di alternative prima di ritrovarmi a secco.
- Alimentari – Non c’è molta plastica nella mia dispensa, non compro mai acqua in bottiglia e da sempre vado in giro con la mia borraccia d’acqua proprio per non dover acquistare bottigliette usa e getta. La mia grande passione per cereali e legumi mi ha invece portato, pur di assaggiare alcune varietà particolari a riempire la dispensa di imballaggi in plastica, che ammontano a circa 40 pezzi.
2- Fare la migliore sostituzione– Una volta individuati i punti deboli arriva il bello: trovare sostituti per tutti i prodotti che prevedono plastica mono uso per gli acquisti futuri. Ci vorrà del tempo, magari un po’ di tentativi per trovare alternative che soddisfino e a costi ragionevoli. Qui sta il cuore della missione che vi invito a intraprendere e che anche io porterò avanti nei prossimi mesi
Nella ricerca del sostituto green e senza imballaggi usa e getta, fatevi guidare dai seguenti criteri e priorità:
- Autoproduzione– Potete autoprodurre quasi tutto, dal detersivo al sapone per le mani, fino al dentifricio. Per le pulizie di casa potete ad esempio usare aceto di vino o bicarbonato (non miscelateli o se ne annullerà l’effetto). È stato piuttosto sorprendete scoprire leggendo Altroconsumo di Gennaio 2019 ( Uno solo per tutta la casa) che pulire casa con acqua e bicarbonato o con semplice aceto diluito è più efficace – oltre che economico – di diversi detergenti in commercio. Sicuramente il profumo di questi prodotti è gradevole ma il prezzo per ambiente e salute è un po’ troppo alto per giustificarne l’acquisto.
- Acquisto sfuso solido– Shampo, creme corpo e altri detergenti si trovano in forma di barrette in negozi specializzati. Generalmente realizzati con materie prime vegetali di qualità e lavorazioni artigianali. Occuperanno poco spazio e al termine dell’utilizzo non ci sarà alcun contenitore da smaltire.
- Acquisto sfuso con un contenitore portato da casa – per tutti gli altri prodotti liquidi, in polveri o in semi è consigliabile invece ricorrere a contenitori riciclabili e da riutilizzare ad ogni acquisto. Cercate i supermercati di prodotti sfusi, ormai presenti in tante città. A Milano ad esempio ci sono Negozio Leggero, Effecorta, Mamma Natura e Sempre Bio, ma sempre di più anche i supermercati si stanno attrezzando per la vendita di prodotti sfusi.
- Acquisto con contenitore usa e getta non in plastica– se siamo di corsa e non troviamo il prodotto sfuso che cercavamo, privilegiamo almeno quello con il minore imballaggio, meglio se di carta riciclata o altri materiali biodegradabili e compostabili.
3- Non perdere la motivazione, l’ultima regola per avere successo nella missione di riduzione della plastica usa e getta è di essere perseveranti e tenere duro. I prodotti sfusi sono in genere di qualità elevata, hanno meno coloranti e sono più salutari non solo per noi ma anche per l’ambiente. Se costano di più è sicuramente per le materie prime impiegate, di qualità e a basso impatto ambientale che richiedono una lavorazione più artigianale. Se costano troppo non sottovalutate l’opzione autoproduzione, in particolare per i detersivi, detergenti per la casa, prodotti per l’igiene della persona.
La missione è iniziata, buon 2019 a tutti.
Lisa