Una sera di qualche settimana fa, stavo tornando a casa dall’ufficio, ero super affamata e a un certo punto mi sono chiesta: Cosa mangio stasera? Non ne avevo idea, tra eventi, cene fuori, non ricordavo assolutamente cosa avessi in frigo e nemmeno quando fosse l’ultima volta che avevo fatto una vera spesa.
Perché una missione?
Mi sono detta che avrei dovuto fare qualcosa di drastico per riprendere il controllo della situazione. Decisi che era il momento di riscoprire l’essenziale, quello che mi serviva davvero.
Non mi sono limitata a questo però, ho pensato che era l’occasione perfetta per fare un esperimento che mi frullava in testa da tempo: dimostrare che è possibile mangiare in modo salutare, sostenibile e allo stesso tempo risparmiare. Perché l’esperimento mi costringesse a impegnarmi al massimo e senza mezze misure decisi di darmi un obiettivo molto ambizioso: vivere bene, mangiando in modo salutare e sostenibile spendendo 10 euro a settimana.
Il mio budget settimanale per il cibo era fissato, ma cosa comprare?
Per stilare la lista della spesa perfetta mi sono affidata al consiglio di un’amica nutrizionista che mi ha consigliato di non far mancare almeno 5 ingredienti dalla mia tavola:
- Verdura, circa 5 kg
- Frutta, almeno 2 kg
- Cereali 1,6 kg
- Legumi circa 700g
- Semi oleosi e frutta a guscio circa 400g.
Tutti i prodotti consigliati erano vegetali e con un basso impatto ambientale, ma perché la spesa fosse sostenibile fino in fondo avrei dovuto acquistare prodotti italiani, meglio se locali e a filiera corta, da produzioni artigianali. Ero pronta per cominciare l’esperimento.
Le regole sarebbero quindi state:
- 10 euro per tutto il cibo e bevande della settimana
- Quando possibile fare sempre la scelta più sostenibile
- Unica eccezione alla regola il cibo che mi sarebbe stato donato, in scadenza o che avrei raccolto io stessa.
Le prime due settimane
È cosi che con la mia lista della spesa in mano e le regole ben chiare in mente sono entrata in un supermercato il primo giorno dell’esperimento. Avevo calcolato che avrei dovuto usare 7 euro per frutta e verdura e 3 euro per tutto il resto: cosa non facile. Nella prima spesa mi sono dovuta accontentare dell’ortofrutta più economica come cavolo cappuccio e insalata, un pacco di riso che non era granchè e delle lenticchie che non sapevano di nulla. Nonostante questo mi sono molto divertita a inventare ogni giorno colazioni improbabili con cipolla e lenticchie o pizze strepitose con creme di verdure e legumi.
La seconda settimana ho voluto osare di più e accorciare la filiera per cui sono andata al Mercato Agricolo dei Navigli dove un produttore è stato ben felice di rifilarmi per 7 euro 7,2kg di verdure e frutta parecchio appassiti che sicuramente nessun altro avrebbe comprato. Quanto lavoro per recuperare e trasformare quei finocchi legnosi, o le bietole fibrosissime.
Adesso sono a metà dell’esperimento e ci sto prendendo gusto, nonostante numerosi momenti di scoramento e noia assoluta (di mangiare sempre le stesse cose) sento che mi sto rieducando e riscoprendo profondamente il senso dell’essenziale, oltre che valore profondo del cibo.
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Lisa